3. Il suo autore contemporaneo preferito?
Non mi piace fare le classifiche, comunque ritengo che Frederick Forsith sia molti gradini al di sopra di tutti gli altri.
4. Perché è nata la sua opera?
“Il Macachetto di Perinaldo” è il quinto romanzo che ho scritto, e, come gli altri, l'ho scritto per divertirmi. Se piacerà ai lettori cercherò di farli pubblicare tutti.
5. Quanto ha influito nella sua formazione letteraria il contesto sociale nel quale vive o ha vissuto?
Nella vita di tutti i giorni si possono trovare molti spunti per creare una storia da raccontare. Sarà poi la fantasia dell'autore ad arricchirla e completarla. Io cerco di trattare argomenti che, per lavoro o per passione, penso di conoscere molto bene, in modo da rendere la storia reale e credibile.
6. Scrivere è una evasione dalla realtà o un modo per raccontare la realtà?
A volte la realtà suggerisce una storia che poi si snoda in una totale fantasia, altre volte mi fa iniziare la fantasia e poi inserisco episodi riconducibili alla realtà.
7. Quanto di lei c’è in ciò che ha scritto?
Nei miei libri non c’è nulla di autobiografico, anche se qualche volta si può trovare qualche personaggio che mi assomiglia.
8. C’è qualcuno che si è rilevato fondamentale per la stesura della sua opera?
Nessuno.
9. A chi ha fatto leggere per primo il romanzo?
Ad un amico insieme al quale alcuni anni fa ho scritto una sceneggiatura per un film, da cui, sempre insieme, abbiamo tratto un romanzo.
10. Secondo lei il futuro della scrittura è l’e-book?
Secondo me la tecnologia è una cosa meravigliosa quando è al servizio dell' uomo. Non lo è più quando l'uomo diventa schiavo della tecnologia e non se ne rende conto. Io voglio continuare a leggere i miei vecchi e cari libri e a scrivere su blocchi di carta con una penna stilografica.
11. Cosa ne pensa della nuova frontiera rappresentata dall’audiolibro?
Come sopra.